Le case-museo svolgono un ruolo innovativo nella valorizzazione dei territori in cui si trovano in quanto offrono un’esperienza diversa rispetto a quelle che si possono fare negli altri musei: solo la casa è in grado di raccontare una società, un’epoca, un periodo artistico, una personalità che altrimenti andrebbero per sempre perduti.
Da nord a sud, la Moldova si racconta anche attraverso le case-museo, dalle umili case contadine alle splendide dimore nobiliari o di mercanti, alle dimore di artisti o alle ville di scrittori e musicisti. In ciascuna emerge una storia o forse sarebbe più corretto dire “la storia”, raccontata nella quotidianità dell’abitare.
Da un punto di vista di valorizzazione territoriale e di turismo culturale, l’esperienza che si sta facendo in Europa attraverso gli itinerari letterari è da considerarsi di notevole efficacia: le case-museo di scrittori e poeti sono state messe in rete a livello locale e nazionale e stanno lavorando per creare nuovi percorsi transnazionali.
E’ quello che potrebbe accadere in Moldova per i luoghi dove ha soggiornato Aleksandr Sergheevici Puškin che costituiscono un’eredità preziosa per capire come è stata raccontata la Bessarabia, la nuova provincia dell'Impero dei Romanov, agli inizi del XIX secolo.
Chi conosce Puškin, autore di capolavori della letteratura dell’Ottocento, sa che il grande scrittore russo ha trascorso tre anni della sua vita in Bessarabia: l’esilio fu voluto dalle autorità zariste e approvato dal sovrano Alessandro I a causa di presunte relazioni dello scrittore con alcune dame dell’alta aristocrazia pietroburghese.
L’arrivo a Chişinău avvenne il 21 settembre del 1820: lontana dai centri importanti della cultura russa, era un luogo di frontiera, anche se in realtà era divenuta una città con una brillante vita di società per l’arrivo di un gran numero di emigrati russi.
Puškin visse precisamente a Chişinău, per tre anni, dal 1820 al 1823 assumendo atteggiamenti anticonformisti, cinici, e conducendo una vita disordinata e provocatoria verso un luogo che considerava in parte ostile.
A Chişinău il complesso museale è costituito da due edifici: la casetta nella quale visse Puškin, arredata con oggetti dell’epoca, e un edificio adibito a vero e proprio museo con tre sale che ripercorrono la permanenza in Bessarabia, con libri, oggetti, ritratti e corrispondenza privata dello scrittore, e una sala con alcuni manoscritti del poeta e i primi capitoli dell’Evgenij Onegin, il celebre poema in versi cominciato proprio durante l’esilio della Bessarabia.
La casa-museo “Aleksandr Puškin”, appartenuta al mercante Naumov, fu inaugurata il 10 febbraio 1948 con un’esposizione realizzata con materiale letterario e fotografico; nel 1985 furono iniziati i lavori di restauro che terminarono il 1987, anno in cui il museo fu riaperto al pubblico. Infine, nel 1999 fu inaugurata la mostra “Aleksandr Puškin in Moldova” che arricchì il complesso di nuovi documenti e oggetti d’epoca.
A Chişinău, Puškin scrisse altri importanti poemi, tra i quali “Gli zingari”, ispirato, pare, dalla giovane gitana Zemfira, conosciuta durante i suoi frequenti viaggi di Dolna, un villaggio a circa 50 chilometri dalla capitale.
Puškin era affascinato dai paesaggi rurali della Bessarabia e amava scoprire i dintorni di Chişinău, oltre a stringere rapporti di amicizia con l’aristocrazia e l’élite letteraria della Bessarabia del tempo.
Nel villaggio di Dolna (Străşeni) si trova l’altra casa-museo, il “Conacul Zamfir Ralli Arbore”, costruito nei primi anni del XIX secolo e ristrutturato dal 2002 al 2014 e appartenuto a Zamfir Arbore, un sociologo e giornalista nato a Cernăuți, da famiglia di origine greca. Fu uno dei luoghi apprezzati da Puskin dove trascorse due mesi nell'estate del 1821.
Le due case-museo sono un obiettivo turistico di rilevanza internazionale e storica. Proprio quest’anno (il 6 giugno) ricorrono i 220 anni dalla nascita del più grande poeta e drammaturgo, fondatore della letteratura russa moderna.